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La “commercialità” degli Enti del Terzo Settore (ETS) è trattata dall’articolo 79 del D.lgs 117/2017, che ancora non trova applicazione; pertanto, per identificare la tipologia del soggetto, ad oggi si deve far riferimento alla normativa presente nel TUIR riferita agli enti non commerciali.

Verifica della non commercialità con le regole previste per gli enti non commerciali, da utilizzare oggi

La definizione di ente non commerciale nel TUIR è indicata nell’articolo 73, comma 1, lettera c):

“…Enti pubblici e privati diversi dalle società, residenti nel territorio dello stato, che non hanno per oggetto esclusivo o principale l’esercizio di attività commerciali

Un ente, per essere considerato “non commerciale”, deve avere tre requisiti fondamentali:

  1. Soggettivo: enti pubblici o privati diversi dalle società.
  2. Territoriale: gli enti non commerciali mantengono nel territorio dello Stato, per la maggior parte del periodo d’imposta, la sede legale o amministrativa ovvero esercitano qui il loro oggetto principale.
  3. Economico: gli enti non commerciali non possono avere per oggetto esclusivo o principale l’esercizio di attività commerciali. Gli enti non commerciali hanno la possibilità di compiere operazioni commerciali, anche a carattere abituale, ma queste non devono assumere la caratteristica di prevalenti rispetto alle attività istituzionali.

Pertanto, sono non commerciali non solo quelli che svolgono esclusivamente “attività non commerciali”, ma anche quelli che non svolgono attività commerciale in modo esclusivo o prevalente.

La non commercialità può venire meno al verificarsi di determinate situazioni riepilogate nell’articolo 149 del TUIR (“Perdita della qualifica di ente non commerciale”), ex articolo 111-bis così come modificato dall’articolo 6 del D.lgs 460/97.

Di base, indipendentemente da quanto indicato nello statuto, la perdita della qualifica di ente non commerciale avviene qualora venga esercitata attività commerciale per la maggior parte del tempo all’interno di un intero periodo di imposta.

Accanto a questa presunzione, tuttavia, vengono indicati poi alcuni parametri che non comportano automaticamente la perdita della qualifica di ente non commerciale, soprattutto se ad esempio ne sussiste uno solo, ma sono particolarmente significativi e possono comunque portare ad un giudizio complessivo di commercialità sull’attività esercitata:

  • prevalenza delle immobilizzazioni relative all’attività commerciale, al netto degli ammortamenti, rispetto alle restanti attività;
  • prevalenza dei ricavi derivanti da attività commerciali rispetto al valore normale delle cessioni o prestazioni afferenti alle attività istituzionali;
  • prevalenza dei redditi derivanti da attività commerciali rispetto alle entrate istituzionali, intendendo per quest’ultime i contributi, le sovvenzioni, le liberalità e le quote associative;
  • prevalenza dei componenti negativi inerenti all’attività commerciale rispetto alle restanti spese.

La perdita di qualifica di ente non commerciale ha effetto fin dall’inizio del periodo di imposta in cui vengono meno le condizioni.

L’articolo 4, comma 4, del DPR 633/72 fa sì che le disposizioni previste nell’articolo 149 del TUIR siano applicabili anche ai fini dell’IVA.

Per espressa deroga di legge, la perdita di qualifica di Ente non commerciale non riguarda mai le seguenti categorie di soggetti:

  • gli enti ecclesiastici riconosciuti dallo stato in base ai vari concordati;
  • le associazioni sportive dilettantistiche (ASD).

Perdita qualifica ASD

L’ordinanza della Corte di Cassazione 16/06/2021 n.17026 ha chiarito che l’agevolazione di cui al comma 4 dell’articolo 149, cioè la disapplicazione dei parametri per le sportive, non costituisce una presunzione assoluta di non commercialità. Le associazioni sportive dilettantistiche, quindi, possono perdere la qualifica di ente non commerciale nel caso in cui esercitino nel concreto una o più attività qualificabili come commerciali (ai sensi dell’articolo 73 del TUIR) e queste risultino prevalenti per più di un periodo d’imposta; ciò a differenza di quanto avviene per gli altri enti non commerciali per i quali la perdita della qualifica è immediata e opera dallo stesso periodo d’imposta in cui avviene il superamento.

La qualifica di ente non commerciale può essere riacquistata negli esercizi successivi, qualora vengano meno le cause che hanno determinato il mutamento.

Dott. Stefano G.

TAG artecommercialità etsEnti Terzo SettoreETS

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