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Le immobilizzazioni materiali rappresentano una componente importante della rappresentazione patrimoniale e finanziaria dell’azienda e costituiscono un’area che può originare potenziali rischi di errori significativi sul bilancio oggetto di revisione.

Il revisore, anzitutto, deve comprendere l’azienda nel suo complesso e il contesto in cui opera, e con le informazioni raccolte, dovrà fare una valutazione preliminare sul profilo di rischio e redigere un programma di lavoro, definendo l’ampiezza e la modalità di svolgimento delle procedure di revisione. Questa valutazione può essere rivista nel corso della pianificazione.

Il revisore, tenendo sempre presente l’obiettivo generale di acquisire una ragionevole sicurezza che il bilancio nel suo complesso non contenga errori significativi, potrà svolgere sia procedure di conformità, o test di controllo, sia procedure di validità, o test di sostanza, per identificare errori significativi che posso riguardare un saldo contabile, una classe di operazioni o l’informativa di bilancio.

Le immobilizzazioni materiali

Il principio cantabile OIC 16 definisce le immobilizzazioni materiali come beni caratterizzati dalla tangibilità e da un’utilità economica pluriennale, che si estende per diversi esercizi amministrativi. In genere, tali beni vengono impiegati nella gestione caratteristica dell’azienda, quindi non sono destinate alla vendita, né alla trasformazione per l’ottenimento di prodotti, come accade invece per le scorte di magazzino.

Possono essere costituiti da:

  • beni materiali acquistati o prodotti internamente dall’azienda;
  • beni materiali in corso di costruzione;
  • somme anticipate a fronte del loro acquisto o della loro produzione.

L’articolo 2424 del Codice civile prevede che le immobilizzazioni materiali vengano iscritte nell’attivo dello stato patrimoniale, alla voce B-II), con la seguente classificazione:

  1. terreni e fabbricati;
  2. impianti e macchinario;
  3. attrezzature industriali e commerciali;
  4. altri beni;
  5. immobilizzazioni in corso e acconti.

L’art. 2426, comma 1, c.c. stabilisce che esse devono essere valutate al costo di acquisto o di produzione. Nel costo di acquisto si considerano anche gli oneri accessori, mentre il costo di produzione comprende tutti i costi diretti imputabili al prodotto. Il costo delle immobilizzazioni materiali, la cui utilizzazione è limitata nel tempo, deve essere sistematicamente ammortizzato in ogni esercizio in relazione con la loro residua possibilità di utilizzazione.

Con l’ammortamento il costo di un’immobilizzazione viene ripartito secondo la sua vita utile, che rappresenta il periodo di tempo durante il quale la società prevede di poter utilizzare l’immobilizzazione.

La società, per avvenuti mutamenti nelle condizioni originarie di stima, potrebbe rideterminare la vita utile residua utilizzata per il calcolo dell’ammortamento economico di un bene strumentale. In questa ipotesi, si realizza un cambiamento di stima contabile. Secondo il principio contabile OIC 29, par. 38, “se i cambiamenti di stima hanno effetto anche sugli esercizi successivi, le rettifiche conseguenti influenzano per la parte di competenza sia l’esercizio corrente sia quelli successivi. Un esempio è la stima della vita utile residua di un cespite. Si supponga che, dopo 4 anni, ci si renda conto che un impianto, la cui vita utile era originariamente stimata in 10 anni, ha in realtà una vita utile residua di soli 3 anni (e non più dei rimanenti 6 anni risultanti dalla stima precedente). In questo caso, il valore residuo (di 6/10 del costo originario) viene ammortizzato nei 3 successivi anni.”

Le asserzioni in relazione alle immobilizzazioni

Per identificare e valutare rischi di errori significativi, il revisore utilizza le “asserzioni” che sono indicate nel principio di revisione internazionale ISA Italia 315.

Le asserzioni posso riguardare una classe di operazioni, un saldo contabile o un’informativa di bilancio e supportano l’attività del revisore nella valutazione dei rischi di errori significativi. Tali asserzioni corrispondono agli obiettivi che il revisore vuole raggiungere e, in relazione alle immobilizzazioni materiali, posso consistere nella verifica:

  • dell’esistenza, significa accertare che le immobilizzazioni acquistate esistono e sono utilizzate nell’attività d’impresa;
  • della legittimità di diritti e obblighi, quindi dimostrare il trasferimento dei benefici e dei rischi connessi alla proprietà dell’immobilizzazione e controllare che gli ammortamenti si riferiscano a cespiti che l’impresa possiede o controlla;
  • della competenza, ovvero controllare che le operazioni di acquisizione e alienazione sono state registrate nel corretto periodo amministrativo e che gli ammortamenti sono calcolati sulla base della loro vita utile stimata;
  • della completezza, che tutte le operazioni ed eventi accaduti durante l’esercizio amministrativo siano stati identificati e registrati;
  • dell’accuratezza, quindi che gli importi relativi alle transazioni siano rilevati in contabilità in modo corretto e che in bilancio sia fornita un’informazione appropriata;
  • della corretta valutazione, significa dimostrare che le immobilizzazioni, gli accantonamenti ai fondi di ammortamento e le svalutazioni per perdite di valore siano state correttamente determinate ed esposte in bilancio secondo corretti principi contabili;
  • della presentazione e dell’informativa di bilancio, riguarda la corretta esposizione delle attività e delle passività e che l’informazione fornita in bilancio sia chiara e comprensibile.

Procedure di revisione per le immobilizzazioni materiali

Il principio di revisione ISA Italia 500 “Elementi probativi”, contiene le procedure di revisione volte all’acquisizione degli elementi probativi.

Le procedure di revisione comprendono:

  • procedure di conformità, se applicabili e se il revisore abbia scelto di svolgerle;
  • procedure di validità, incluse le verifiche di dettaglio e le procedure di analisi comparativa.

La natura e la tempistica delle procedure di revisione possono essere influenzate dal fatto che alcuni dati contabili ed altre informazioni si rendono disponibili soltanto in formato elettronico o in determinati periodi.

Le verifiche di dettaglio sono svolte ad un livello di analisi più analitico e prevedono la raccolta di elementi probativi sul singolo saldo o transazione. Le verifiche di dettaglio sono più efficaci se sono svolte per accertare, in particolare, le asserzioni relative all’esistenza, alla valutazione e all’accuratezza di un’operazione o un saldo di bilancio.

Le verifiche di dettaglio consistono nelle seguenti attività:

  • ispezione, quindi l’esame di registrazioni contabili o di documenti, cartacei ed elettronici, ovvero la verifica fisica di una attività.
  • ricalcolo, consiste nella verifica dell’accuratezza matematica delle registrazioni contabili e dei documenti cartacei o elettronici.
  • conferme esterne, possono riguardare saldi contabili ma anche termini di accordi o di operazioni dell’impresa con terze parti.

Si riepilogano di seguito alcune procedure di revisione applicabili per le immobilizzazioni materiali:

  • Verifica saldi di apertura
    • quadratura dei saldi iniziali con i saldi di bilancio dell’esercizio precedente;
    • ottenimento delle schede contabili e del libro dei beni ammortizzabili;
    • selezione a campione o per importi significativi;
    • comparazione dei saldi contabili con i valori riportati nel libro cespiti.
  • Analisi degli incrementi e decrementi
    • Analisi delle nuove acquisizioni di beni strumentali nel corso dell’anno:
      • consultazione della fattura di acquisto e altra documentazione, nonché autorizzazione all’investimento;
      • ottenimento della scheda contabile;
      • verifica dell’accuratezza delle scritture contabili e della competenza economica;
      • aggiornamento libro cespiti.
  • Verifica di eventuali alienazioni di cespiti nel corso dell’anno:
    • consultazione della fattura di vendita e altra documentazione inerente;
    • ottenimento della scheda contabile;
    • verifica dell’accuratezza delle scritture contabili, ovvero storno del valore storico e del fondo di ammortamento;
    • corretta determinazione e rilevazione contabile di eventuali minusvalenze o plusvalenze;
    • verifica della competenza economica;
    • aggiornamento libro cespiti.
  • Ricalcolo degli ammortamenti
    • ottenimento delle schede contabili e del libro dei beni ammortizzabili;
    • selezione a campione o per importi significativi;
    • verifica correttezza dell’aliquota applicata ai fini civilistici e fiscali;
    • ricalcolo della quota di ammortamento, del fondo ammortamento e del valore netto contabile.

 

Dott.ssa Paola Zucchello

TAG immobilizzazioni materialirevisione legale

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