Dal 15 luglio 2022 non basta più l’intuito dell’imprenditore: per evitare responsabilità personali servono adeguati assetti amministrativi, organizzativi e contabili.
Questo, non riguarda solo gli amministratori di società. Anche l’imprenditore individuale, deve adottare «misure idonee» che permettono di rilevare tempestivamente lo stato di crisi e assumere senza indugio le iniziative necessarie per correggere il tiro.
Buon ascolto.
Podcast GBsoftware a cura del Dott. Mancini
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Adeguati assetti e Misure idonee
È entrata pienamente in vigore la legge sulla Crisi d’impresa in cui si parla proprio di “adeguati assetti” e di “misure idonee”.
Quando l’imprenditore può essere tranquillo e non correre rischi?
Quando è in grado di:
- rilevare costantemente eventuali squilibri di carattere patrimoniale, economico e finanziario;
- verificare la sostenibilità dei debiti e le prospettive di continuità aziendale per i 12 mesi successivi.
L’imprenditore, pertanto, deve avere sotto controllo la propria azienda e deve essere in grado di svolgere in maniera costante e tempestiva le opportune verifiche per intercettare eventuali segnali di allarme.
Costituiscono segnali di allarme:
- l’esistenza di debiti per retribuzioni scaduti da almeno 30 giorni, quando l’ammontare è superiore al 50% del debito mensile;
- l’esistenza di debiti verso fornitori scaduti da almeno 90 giorni, quando l’ammontare dei debiti scaduti è superiore a quello dei debiti non scaduti;
- l’esistenza di debiti scaduti da più di 60 giorni o che abbiano superato il limite degli affidamenti.
Come può l’imprenditore essere in grado di monitorare costantemente la propria azienda?
La legge ha previsto un elenco di informazioni che l’imprenditore deve essere in grado di produrre in maniera rapida, immediata e continuativa.
Si tratta di una vera e propria check list che elenca, sostanzialmente, i requisiti dell’azienda sana.
La checklist è composta da 61 domande e la maggioranza sono di tipo qualitativo e forward-looking (cioè orientate al futuro).
Sono domande a cui non si può rispondere guardando un bilancio, nè facendo budget, l’analisi break-even o l’analisi degli scostamenti. Sono domande a cui si può rispondere solo se si è in possesso di strumenti di controllo qualitativi e previsionali.
La check list si articola in 5 sezioni.
- La prima sezione riguarda l’organizzazione dell’impresa: individuare se l’imprenditore ha effettivamente le competenze adeguate per condurre l’azienda.
- La seconda sezione riguarda la gestione contabile e amministrativa. Valutare, quindi, la capacità dell’impresa di mantenere aggiornata e affidabile la situazione economica e patrimoniale.
- La terza sezione riguarda la capacità dell’imprenditore di porre in essere strategie finalizzate a individuare e rimuovere tempestivamente eventuali segnali di crisi e porre in essere strategie di sviluppo.
- La quarta sezione riguarda le proiezioni dei flussi finanziari. La capacità dell’imprenditore di verificare che i flussi di cassa realizzati dall’attività caratteristica siano in grado di coprire i flussi in uscita.
- L’ultima sezione riguarda, invece, i gruppi di imprese.
Introducendo la check list, il legislatore ha definitivamente accantonato il sistema di allerta, che si fondava su grandezze e indici di bilancio:
- il patrimonio netto che doveva essere positivo;
- il DSCR maggiore dei debiti;
- 5 indici di bilancio adeguati a seconda del settore di attività.
Conclusione
Concludendo: in passato l’imprenditore doveva operare con la diligenza del buon padre di famiglia. Chiunque avesse utilizzato la diligenza del buon padre di famiglia non avrebbe avuto particolari responsabilità in caso di fallimento del business. Oggi, la diligenza del buon padre di famiglia non basta più: l’imprenditore, per evitare qualsiasi responsabilità, deve avere competenze adeguate.
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