Il principio ISA Italia 200 definisce la fattispecie di rischio di errori significativi, ossia quegli errori in grado di rendere significativamente non attendibile il bilancio prima di essere sottoposto a revisione.
Tale rischio è costituito da due componenti, di seguito descritte a livello di asserzioni:
- Rischio Intrinseco
- Rischio di controllo
Normativa
Il “Rischio Intrinseco” è legato all’impresa soggetta all’attività di revisione, e viene definito come la possibilità che un saldo di conto contabile possa non essere esatto e quindi causare, singolarmente o cumulato con altri, delle inesattezze significative nel bilancio.
Per la sua valutazione, come previsto nel principio ISA ITALIA 200, si devono valutare tre aspetti:
CONOSCENZA DELL’IMPRESA (ISA ITALIA 315)
Il Revisore dovrà conoscere l’impresa e il contesto in cui essa opera, incluso il suo controllo interno, affinché si possano definire e mettere in atto adeguate risposte di revisione. In sostanza si tratta di un processo continuo e dinamico di raccolta, aggiornamento ed analisi delle informazioni che si protrae per tutta la durata della revisione.
Per comprendere la gestione del complesso aziendale, vanno raccolte alcune informazioni provenienti soprattutto da fonti interne e, in parte , esterne. Nel dettaglio, si possono collezionare informazioni sull’impresa e sul contesto in cui opera attraverso:
- indagini presso la direzione: colloqui con l’organo amministrativo e con le figure chiave (anche consulenti) per capire la gestione strategica dell’impresa e le principali caratteristiche dei processi aziendali;
- osservazioni e ispezioni: visita presso le strutture aziendali, gli stabilimenti e i magazzini per valutare lo svolgimento reale delle operazioni, l’organizzazione dell’impresa, l’operatività e lo stile di direzione.
I principali aspetti da considerare dell’impresa sono:
- Il settore di attività d’impresa, vengono analizzate informazioni relative all’ambiente competitivo di riferimento, ai rapporti con i fornitori, clienti e al grado di sviluppo tecnologico dell’impresa. È necessario poi comprendere le caratteristiche del settore, si pensi, ad esempio, alle società che operano in settori ad alta intensità di capitale che, normalmente richiedono ingenti investimenti di immobilizzazioni nella fase di avvio e di sviluppo dell’attività di produzione, recuperabili nel medio-lungo periodo. Nell’ambito della comprensione del settore, il revisore deve acquisire una conoscenza anche dell’insieme di norme applicabili per la redazioni dei bilanci dei principi contabili applicabili e delle eventuali specifiche prassi del settore;
- La natura dell’impresa, dopo aver analizzato il contesto di riferimento, il revisore deve prendere in considerazione le caratteristiche specifiche della società oggetto di revisione, sia in termini organizzativi, sia strategici. In particolare, le tipologie di investimenti in essere, il modo in cui l’impresa è finanziata, l’assetto proprietario e la struttura della governance. Un altro gruppo di informazioni attiene aspetti organizzativi, per esempio la localizzazione degli impianti di produzione, delle unità commerciali, canali di distribuzione utilizzati (per esempio vendita online) e le modalità di gestione delle attività operative;
- La scelta e l’applicazione dei principi contabili da parte dell’impresa, l’obiettivo è di svolgere una valutazione preliminare se i principi dell’impresa sono appropriati per l’attività svolta della medesima e coerenti con il quadro normativo sull’informativa finanziaria applicabile;
- Gli obiettivi, le strategie dell’impresa e relativi rischi connessi all’attività svolta, che possono comportare i rischi di errori significativi. Il revisore deve comprendere gli obiettivi aziendali di breve e lungo periodo, nonché le strategie attuate per il loro raggiungimento (e gli eventuali responsabili);
- La misurazione e l’esame delle performance economico – finanziarie dell’impresa. Le società sono dotate di strumenti di misurazione e controllo della gestione, quindi i risultati aziendali possono essere monitorati attraverso il confronto tra risultati effettivi e valori di riferimento. Queste misurazioni creano pressioni sulla direzione e potrebbero indurla a intraprendere azioni volte a migliorare i risultati o a predisporre il bilancio in modo errato.
RISCHIO DI FRODE (ISA ITALIA 240)
Prevede la valutazione di errori od omissioni intenzionali che possono potenzialmente delineare un rischio di frode suddividendo i fattori nelle tre condizioni che generalmente si verificano, ossia: incentivi/pressioni; occasioni; inclinazioni/giustificazioni.
Il compito del revisore è individuare se l’errore è dovuto da un evento intenzionale oppure chi lo commette lo attua dolosamente (frode), al fine di ottenere un vantaggio ingiusto o illecito. Tale atto può essere compiuto da uno o più componenti della direzione, dai responsabili delle attività di governance, dal personale dipendente o dai terzi. In sostanza, nella pianificazione ed esecuzione della revisione il revisore deve considerare il rischio che il Bilancio contenga errori significativi dovuti a frodi.
Abbiamo due tipologie di frodi:
- Manipolazione dell’informativa economico-finanziaria;
- Appropriazione illecita di beni e attività.
Consiste nella valutazione di quelle figure che hanno capacità di controllare un altro soggetto, ovvero di esercitare una notevole influenza sull’assunzione di decisioni operative finanziarie da parte della società che redige il bilancio.
Le parti correlate sono quei soggetti tra i quali esiste un rapporto di controllo oppure un soggetto può esercitare una notevole influenza sull’assunzione di decisioni relative all’azienda dell’altro, in sostanza la capacità di controllare un altro soggetto, infatti per “controllo” s’intende il potere di determinare le politiche gestionali o finanziarie per mezzo di clausole finanziarie o statutarie.
Le attività in parti correlate vengono inserite nella Nota integrativa e l’OIC 12 offre una dettagliata descrizione per quanto riguarda al concetto. In linea generale, un’operazione con una parte correlata è un trasferimento di risorse, servizi o obbligazioni fra parti correlate, indipendentemente dal fatto che sia stato pattuito un corrispettivo.
Si tratta di imprese controllate, controllanti, collegate, persone fisiche con diritti di voto, dirigenti, società possedute da amministratori e azionisti della società oggetto di revisione.
Una volta individuati i probabili rischi, il revisore dovrà valutare la probabilità del loro verificarsi nonché l’impatto che tali errori hanno sul bilancio sottoposto a revisione.
La valutazione congiunta di questi due aspetti, probabilità e impatto, permetterà di definire il Rischio intrinseco del bilancio sottoposto a revisione.
Software Revisione Legale GB
Rischio Intrinseco
Conoscenza dell’Impresa
Questa carta di lavoro riepiloga i dati sulle caratteristiche organizzative e strutturali dell’impresa oggetto di revisione, nonché gli elementi o circostanze di rischio significativi connessi alla natura dell’impresa e/o al contesto in cui essa opera.
Rischio di frode
La carta di lavoro serve a identificare eventuali rischi di frode significativi attraverso un questionario a risposta multipla.
Tutte le domande a cui è stata inserita “NO” come risposta presumono un possibile rischio intrinseco e verranno riepilogate nella carta di lavoro (3-A.4) Riepilogo Finale Rischio Intrinseco per una loro valutazione.
Nella sezione conclusioni si dovrà indicare la sussistenza o meno di elementi che fanno presumere questo tipo di rischio.
Parti correlate
Il questionario permette di valutare le parti correlate con la possibilità (non obbligatoria) di poter inserire un commento libero a conclusione della valutazione.
Tutte le domande a cui è stata inserita “NO” come risposta, presumono un possibile rischio intrinseco e verranno riepilogate nella carta di lavoro (3-A.4) Riepilogo Finale Rischio Intrinseco per una loro valutazione.
Riepilogo Finale Rischio Intrinseco
Questa carta di lavoro riepiloga tutti gli elementi che possono far presumere un rischio intrinseco in base ai tre questionari precedentemente compilati ossia tutte le domande a cui il revisore ha fornito “No” come risposta.
Quest’ultimo dovrà indicare per ognuna la probabilità del verificarsi del rischio, il suo impatto e di conseguenza viene calcolato il rischio intrinseco.
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